A volte ritornano
La memoria informatica implacabile mi informa che da quasi due anni non scrivo nulla. È vero, e il motivo è che ho lasciato andare questo blog alla deriva, per svariati motivi che non vale la pena di raccontare. Né avevo intenzione di riaprirlo.
Non sono stato con le mani in mano. Semplicemente, non mi sembrava più in alcun modo utile scrivere su queste pagine. I miei contributi alla scrittura musicale negli ultimi due anni sono apparsi su PROG Italia, e tanto mi bastava. Scrivo su PROG Italia perché è una testata che lascia libertà, grazie alla direzione di Guido Bellachioma, che ha il grande dono di apprezzare gli sforzi da un punto di vista umano. Non posso non ringraziare Paolo Carnelli per avere fatto il mio nome, nell’ormai lontano 2022. Ho parlato di musica in venti puntate del format World Record su GBJ Station, una web radio gestita da Carmine Cestari, primula rossa della divulgazione musicale. Ho portato avanti diversi progetti. Tra questi, ho passato un paio di giorni a fotografare i Marillion; nell’arco di 48 ore sono finito a fare da spalla fotografica ad Armando Gallo in un live di Peter Gabriel; ho portato avanti un crowdfunding che permetterà la pubblicazione del primo album degli Estra in venti anni; ho partecipato alla realizzazione di un progetto e un tour dedicati al repertorio di Franco Battiato e Giusto Pio, in cui Giulio Casale e Talèa dividono il palco con l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta. Più altre cose minori, ma non sentivo alcuna spinta a scriverne qui. I social, tristissima cloaca, bastavano e avanzavano.
Negli ultimi anni ho provato disagio nello scrivere, perché mi sono reso conto di farlo in modo troppo diverso dalla media. In particolare:
- Ero stufo di leggere recensioni di album che erano semplici copia-e-incolla di brani tratti da comunicati che talvolta io stesso avevo scritto per gli artisti. Un ufficio comunicazione non critica: promuove. Non è obiettivo.
- Ero stufo di leggere recensioni originali ma basate su criteri di valutazione puramente estetici: “mi piace”, “non mi piace”, “capolavoro”, “mi fa schifo”. Sono espressioni prive di interesse, soprattutto se non supportate da alcuna analisi.
- Ero stufo di leggere recensioni che non parlano tanto di musica quanto delle nevrosi di chi scrive. Le definisco specchietti per allodole sbrodolone, e raramente riesco a spingermi fino alla fine. Le nevrosi non sono il mio campo.
Scrivere così è inutile, dal mio punto di vista, così come è inutile che qualcuno legga. Quindi, perché soffrire? PROG Italia mi bastava e mi avanzava. Almeno qualcuno ogni tanto mandava un feedback, perché i lettori della rivista sono molto attenti, ma non rappresentano la media, per forza di cose.
A un certo punto, però, è successo qualcosa. Due diversi uffici stampa hanno iniziato a inviarmi materiali da recensire, pure interessanti. Ho risposto che ero in imbarazzo, perché ciò che scrivo finisce su una rivista con un target ben preciso, e spesso i generi che mi venivano proposti non erano allineati. Mi sono sentito rispondere che il motivo per cui mi avevano mandato i materiali era questo blog. La mia osservazione che lo avevo sostanzialmente abbandonato non sembrava rilevante.
Questo mi ha fatto pensare, e dopo qualche giorno di meditazione ho deciso di riprovarci. Senza scadenze, senza regole fisse, senza vincoli.
Quindi, bentornati, se tornerete. Voglio chiarire che se su queste pagine cercherete gossip, recensioni scritte per interesse, o anche solo un genere di musica specifico, resterete delusi. Scriverò, finché mi andrà di farlo, di musica a 360°. Non ci saranno solo recensioni, ma anche analisi, nei limiti del possibile, del disastro in cui ci stiamo dibattendo. Non mi farò alcun problema a non scrivere nulla su dischi sui quali sentirò di non avere niente da dire, ma cercherò di rispondere a ognuno in privato.
Questo è solo un annuncio, per ora non ci sono contenuti. Non so quante persone leggeranno questo post, su un blog abbandonato. Ma come sempre mi dico, vale la pena di provare, seguendo l’istinto.
A presto,
MO